ANNO 14 n° 120
NE RESTERA' SOLTANTO UNO
Chiusa la campagna elettorale per il secondo turno dai due aspiranti sindaci
08/06/2013 - 00:00

VITERBO - La chiusura della campagna elettorale dei due sfidanti al ballottaggio per il Comune di Viterbo.

 

ORE 19, PIAZZA SAN CARLUCCIO, LEONARDO MICHELINI

''Le elezioni andranno sicuramente bene. E' una certezza. Dobbiamo soltanto aspettare tre giorni per festeggiare'', dice Leonardo Michelini con la tranquillità dei forti. Lo dice alla sua gente riunita a piazza San Carluccio, all'ora dell'aperitivo, per la chiusura della campagna elettorale, prima del silenzio di riflessione del sabato e l'apertura delle urne di lunedì pomeriggio.

Michelini, come tutti i pragmatici, non teme la scaramanzia, così come non la temono i suoi sostenitori, rilassati e sorridenti - se sono stanchi non si vede - ma non fino al punto di scadere nell'entusiasmo da stadio. ''Questi sorrisi debbono rappresentare il senso della nostra sfida - raccoglie lui, dal palco -. Una sfida che abbiamo già vinto, una sfida  cui tutti hanno contribuito. Una sfida che ripartirà già da lunedì sera, dalle associazioni, dai movimenti dei cittadini, dalle parrocchie. Da lunedì sera apriremo il cuore di Viterbo alla speranza, un cuore che batte e vuole continuare a battere. Il nostro è un progetto che vedrà Viterbo allargarsie aprirsi, come riferimento del territorio, della regione e anche del centro Italia. Un progetto in cui ognuno può dare il suo contributo, anche chi non è stato eletto ma ha fatto e continuerà a fare tanto''. Applausi, sipario, dagli altoparlanti parte Futura di Lucio Dalla, quella dei russi e degli americani. Nessun attacco a Marini, neanche un pizzico di pepe: è lo stile di Michelini, ormai un marchio di fabbrica.

Prima c'era stata la musica jazz, soffusa. I giocolieri che incantano i bambini. La sfilata sul palco di tanti interventi, la maggior parte di giovani. Christian Scorsi, Martina Minchella, Melissa Mongiardo, in rosso, che cita Giggetto Petroselli, Cinalli, la Troncarelli fresca di messa in piega, Raffaella Valeri, Cuboni, la nonna Carla che racconta una favola, Livio Treta, un big come Valentini, la dolce Federica Miralli, che colpisce al cuore col linguaggio dei segni.

La piazza ascolta, applaude. Dei pezzi grossi tanto chiacchierati e attaccati dal centrodestra (Fioroni, Gigli e Sposetti, citati in rigoroso ordine alfabetico) non c'è traccia. C'è Peppe Parroncini. C'è Sandro Zucchi cum filia. Sì, c'è tanta ex Dc intorno, niente di scandaloso se non nelle confessioni a voce bassa: ''Quell'altro, Giulio, ha fatto asfaltare le strade a due giorni dalle elezioni. Ste cose non le facevamo neanche noi, ai tempi d'oro''.

Ci sono, in piazza, anche quelli che hanno fiutato il vento che cambia e hanno avviato le manovre di avvicinamento. E poi, naturalmente, gli alleati dell'ultim'ora, Chiara Frontini coi suoi e Filippo Rossi e quelli di Viva Viterbo, che fanno gruppo come al solito: ''Sono contento di averli qui con me'', li ringrazia Michelini, che ormai parla in automatico, dopo settimane di comizi, incontri e confronti, interviste. E non parla neanche male. Finisce così, con il tradizionale assalto al buffet (vino e porchetta) e l'appuntamento a lunedì sera per festeggiare, magari dopo aver votato chi bisognava votare.

ORE 21, PIAZZA UNITA’ D’ITALIA, GIULIO MARINI

Il palco è già allestito e ci sono gli strumenti della band che suonerà durante la serata, ma questo è il momento di Giulio Marini. Finisce anche la campagna elettorale per il ballottaggio e il popolo del centrodestra aspetta il suo candidato per l’appello finale.

C’è anche la porchetta e lui, Giulio Marini, che alla vigilia del primo turno aveva servito pennette all’arrabbiata, ora serve anche panini e vino. Poi ci sono i big del centrodestra, i candidati delle liste che si sono presentate al primo turno e quelli che poi si sono apparentati. Ma alle 20,15 la piazza ancora stenta a riempirsi. Arrivano le staffette da piazza San Carluccio, dove il centrosinistra aveva iniziato a chiudere la sua campagna elettorale già da un’ora, e le notizie per lo staff sembrano confortanti: ‘’Michelini ha raccolto solo un centinaio di persone’’ – dice infatti Gianmaria Santucci con il tono di chi non è soddisfatto tanto per l’insuccesso dell’avversario, quanto per non dover registrare il proprio insuccesso.

Ma poi la gente comincia ad arrivare, la fila per la porchetta si ingrossa e nel parterre si nota un gran viavai di panini, mentre i più timidi e pigri si accomodano direttamente sulle gradinate in attesa.

I minuti continuano a passare e si sforano le 20,30, orario previsto per l’inizio della kermesse. Antonella Sberna si avvicina al microfono e annuncia l’avvio imminente della manifestazione ma tra gli addetti ai lavori e su Facebook cominciano a girare le prime immagini della chiusura di Michelini che documentano la presenza di più di cento persone. E’ forse per questo motivo che, a quel punto, si decide di dilatare ancora i tempi. E via di nuovo un’altra ondata di panini che generosamente qualcuno porta a chi non se l’è sentita di fare la fila.

Ma ormai la piazza e le gradinate sono sufficientemente piene e allora si può iniziare. Alle 21 Paolo Manganiello sale sul palco. Marini lo segue e si ferma a fare una rullata alla batteria.

''Non è questo il momento – dice il sindaco - di dirvi cosa abbiamo realizzato per questa città. Voi lo sapete e lo abbiamo ripetuto tante volte. Ho però l’orgoglio di aver lavorato per Viterbo fino all’ultimo giorno. E infatti oggi abbiamo deliberato l’ultimo atto della nostra amministrazione in favore della città termale''.

''Ora –aggiunge Marini – è il momento dei ringraziamenti, per voi, per i nostri candidati, per le liste che si sono apparentate. Ma è anche il momento di non mollare, di metterci ancora impegno e di guardare al futuro con grande ottimismo perché vinceremo noi''.

''Vinceremo noi – scandice – perché abbiamo lavorato bene, perché amiamo questa città e perché queste cose la gente le sa e le capisce''.

Marini si ferma qui e mentre Manganiello incita la piazza a salutare e votare ''l’unico sindaco possibile'', lui torna alla batteria e saluta con un'altra rullata.

Se sia l’unico sindaco possibile lo decideranno gli elettori, ma difficile negare che nella situazione data sia l’unico candidato possibile  per il centrodestra.

 

 

VITERBO - La chiusura della campagna elettorale dei due sfidanti al ballottaggio per il Comune di Viterbo.
ORE 19, PIAZZA SAN CARLUCCIO, LEONARDO MICHELINI
'Le elezioni andranno sicuramente bene. E' una certezza. Dobbiamo soltanto aspettare tre giorni per festeggiare', Leonardo Michelini con la tranquillità dei forti. Lo dice alla sua gente riunita a piazza San Carluccio, all'ora dell'aperitivo, per la chiusura della campagna elettorale, prima del silenzio di riflessione del sabato e l'apertura delle urne della domenica.  
Michelini, come tutti i pragmatici, non teme la scaramanzia, così come non la temono i suoi sostenitori, rilassati e sorridenti - se sono stanchi non si vede - ma non fino al punto di scadere nell'entusiasmo da stadio. 'Questi sorrisi debbono rappresentare il senso della nostra sfida - raccoglie lui, dal palco - Una sfida che abbiamo già vinto, una sfida a cui tutti hanno contribuito. Una sfida che ripartirà già da lunedì sera, dalle associazioni, dai movimenti dei cittadini, dalle parrocchie. Da lunedì sera apriremo il cuore di Viterbo alla speranza, un cuore che batte e vuole continuare a battere. Il nostro è un progetto che vedrà Viterbo allargarsie aprirsi, come riferimento del territorio, della regione e anche del centro Italia. Un progetto in cui ognuno può dare il suo contributo, anche chi non è stato eletto ma ha fatto e continuerà a fare tanto'. Applausi, sipario, dagli altoparlanti parte Domani di Lucio Dalla, quella dei russi e degli americani. Nessun attacco a Marini, neanche un pizzico di pepe: è lo stile di Michelini, ormai un marchio di fabbrica.
Prima c'era stata la musica jazz, soffusa. I giocolieri che incantavano i bambini. La sfilata sul palco di tanti interventi, la maggior parte di giovani. Christian Scorsi, Martina Minchella, Melissa Mongiardo in rosso che cita Luigi Petroselli, Cinalli, la Troncarelli fresca di permanente, Raffaella Valeri, Cuboni, la nonna Carla che racconta una favola, Livio Treta,un big come Riccardo Valentini, la dolce Federica Miralli, che colpisce al cuore col linguaggio dei segni. 
La piazza ascolta, applaude. Dei pezzi grossi tanto chiacchierati e attaccati dal centrodestra (Fioroni, Gigli e Sposetti, citati in rigoroso ordine alfabetico) non c'è traccia. C'è Peppe Parroncini. C'è Sandro Zucchi cum filia.  Sì, c'è tanta ex Dc intorno, niente di scandaloso se non nelle confessioni a voce bassa: 'Quell'altro, Giulio, ha fatto asfaltare le strade a due giorni dalle elezioni. 'Ste cose non le facevamo neanche noi, ai tempi d'oro'. Ci sono, in piazza, anche quelli che hanno fiutato il vento che cambia e hanno avviato le manovre di avvicinamento. E poi, naturalmente, gli alleati dell'ultim'ora, Chiara Frontini coi suoi e Filippo Rossi e quelli di Viva Viterbo, che fanno gruppo come al solito: 'Sono contento di averli qui con me', li ringrazia Michelini, che ormai parla in automatico, dopo settimane di comizi, incontri e confronti, interviste. E non parla neanche male. Finisce così, con il tradizionale assalto al buffet (vino e porchetta) e l'appuntamento a lunedì sera per festeggiare, magari dopo aver votato chi bisognava votare.




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